Immagini dal sapore antico, grottesca poesia in armonia coi sensi, piani di realtà in bilico nel tempo. Soggetti semplici che dall’antico resuscitano a nuova vita e decorano l’immaginazione di una cultura rituale ormai svanita nella luce di una nuova era. I lavori di Agostino Gallina (Rossano Calabro CS, 1975), giovane artista rossanese, sembrano ripescati dalle radici, dissotterrati come fossili e radiosi di quella luce giallognola tipica del colore della Calabria. Amico di vecchia data, avevo deciso di scrivere un articolo su di lui. Quando sono andato a trovarlo nella sua bottega a Rossano, sono stato subito rapito dalla magia, dal respiro, dallo sguardo, dal movimento di quelle immagini attaccate ai muri. Non ero più a Rossano, il tempo si era fermato, mi trovavo proiettato nella folle poesia di un artista. Essendo io amante della musica popolare calabrese mi trovavo tuffato in un mondo dove ora erano le immagini a suonare la colonna sonora delle mie radici. Nei lavori di Agostino il colore si fonde in una miscela immaginaria dove è l’occhio a creare la fotografia cromatica dell’opera. Il chiaro scuro, con linee e curve impazzite, s’intreccia in una corsa astratta che prende corpo e si fonde in una forma, nata da se ed ormai libera di muoversi a qualsiasi interpretazione. In tutti i suoi lavori manca la firma a confermare lo stile unico e originale che li contraddistingue. L’artista mi spiegava che la firma pone un piedistallo all’opera, immortalandola all’immobilità . Lui la omette perchè in qualsiasi momento può girare il foglio ad altra angolatura e rendere libera l’immagine a nuova interpretazione. Agostino è laureato all’Accademia di belle arti di Roma, ha partecipato a diversi concorsi di scultura e disegno a livello nazionale ed internazionale dove il suo tocco goffo e originale non è passato inosservato. Ha in programma di organizzare delle mostre alla ricerca di gratificazioni soprattutto nella cornice della sua terra a cui è legato da forti sentimenti etnici. Nulla manca a quest’umile talento per essere un artista rinomato e riconosciuto di genio e di una poesia semplice capace di rompere lo stereotipo di mediocrità cucito al Meridione.
“Francesco Aloe, novembre 2000”