“Le ceneri di Angela” è uno dei romanzi più apprezzati dal pubblico negli ultimi anni e da cui è stato tratto anche un successo cinematografico; pubblicato nel 1996 ha avuto il premio Pulizer e il National Critics Arward.
Frank McCourt ci racconta i primi anni della sua vita; lo squallore di un infanzia vissuta in una sconvolgente povertà avvolge completamente il lettore fin dalle prime righe: “Ripensando alla mia infanzia mi chiedo come sono riuscito a sopravvivere. Naturalmente è stata un’ infanzia infelice, sennò non ci sarebbe gusto. Ma un ‘infanzia infelice irlandese è peggio di un ‘infanzia infelice qualunque, e un ‘infanzia infelice irlandese e cattolica è peggio ancora”.
Già con queste prime parole l’autore riesce a tracciare dentro di noi un segno indelebile e prezioso che, pagina dopo pagina, sarà sempre più profondo.
McCourt nasce a NewYork nel 1930 da genitori irlandesi: il padre, Malachy, alcolizzato e buono a nulla, è, a buon ragione, etichettato dai figli come inetto:
“…uno scapestrato sempre nei guai…da bambino guardavo mio padre…e mi domandavo perché mai qualcuno volesse buttare il suo denaro per una testa come quella… “.
La madre, Angela, nasce a Limerick da una famiglia poverissima, cercherà fortuna in America dove invece conoscerà e sposerà Malanchy: da qui avrà inizio la dolorosa storia di Frank.
Nel 1934 la famiglia McCourt fa ritorno in Irlanda, nella natia città di Limerik; le iniziali difficoltà economiche con il passare dei mesi aumenteranno; ad aggravare le già precarie condizioni di vita c ‘è l ‘eterna pioggia che “…risale lentamente il fiume Shannon per stabilirsi a Limerik in eterno…la pioggia ci spingeva in chiesa, il solo rifugio, il solo conforto, il solo posto asciutto che conoscevamo”.
Straordinario è il modo in cui l ‘autore riesce a trasmetterci il penetrante senso di umidità e dei vestiti eternamente umidi.
L\’intero romanzo è dominato dal tema della povertà e della necessità incessante e disperata di sbarcare il lunario; sconvolgente, per noi, popolo eternamente iper nutrito e coccolato, la quotidiana e assillante ricerca di cibo.
Nella famiglia McCourt arriverà anche la morte, crudele ed eternamente vincitrice; in un quadro già profondamente drammatico il vissuto del lutto avvolge in modo delicato i protagonisti lasciando soltanto un devastante senso di impotenza e di incredulità .
Un testo da leggere e da far leggere ai nostri figli. |