Ottanta anni fa (7 luglio 1927) nasceva, per merito dell’ ammiraglio Giuseppe Genoese Zerbi, con un decreto legislativo, la “Grande Reggio”, quella complessa e articolata realtà amministrativa che ancora oggi sopravvive. Fu lo stesso Mussolini a darne notizia al Zerbi Podestà della Città e Segretario del Partito Fascista, l’uomo che di lì a poco avrebbe messo mano al rinnovamento della Città , iniziato in verità con l’ultimo sindaco democratico Giuseppe Valentino, ma che adesso si sarebbe avvalso di una mano ferma, finanche, a tratti, autoritaria, e dell’appoggio del Governo Nazionale. L’operazione è senza dubbio da intendere quale gesto di attenzione verso la Città che nel 1925 aveva festeggiato la caduta, presunta, del governo Mussolini. Essa, che faceva seguito a quella realizzata poco prima nella vicina Messina, consisteva nell’aggregazione al Comune di Reggio di 14 realtà territoriali (Cannitello, Villa San Giovanni, Campo Calabro, Fiumara, Catona, Salìce, Villa San Giuseppe, Rosalì, Sambatello, Gallico, Podargoni, Cataforìo, Gallina, Pellaro) ad esso limitrofe, allo scopo di realizzare una unica entità sul piano amministrativo, tributario, economico e sociale. Si trattava di piccoli comuni, spesso male amministrati, che potevano costituire un intralcio allo sviluppo di quella ampia zona costiera che andava da Bocale fino a Villa San Giovanni. Qualche anno dopo Villa San Giovanni, Cannitello, Campo Calabro e Fiumara si staccarono dalla “Grande Reggio”, (pare che fosse il reggino Agostino Lanzillo a convincere il duce a modificare il progetto originario) che pur tuttavia continua anche al presente ad essere una grande realtà . Fu una operazione politica non facile, se persino il Capo del Governo, e si trattava di Mussolini, ebbe a superare, non senza sforzi, gli egoismi localistici e gli interessi di potere. Non si trattò comunque di una annessione, ma di una iniziativa di grande respiro, capace di interpretare gli interessi di tutta la popolazione coinvolta e di guardare avanti in un’ottica di sviluppo del territorio devastato dal sisma del 1908. Guardando a quei fatti con la consapevolezza del presente si può certamente affermare che non tutte le attese sono state mantenute. Non sono mancati e non mancano i problemi. La dialettica centro-periferia, risolta in parte con la nascita delle circoscrizioni, in più d’una occasione ha alimentato lo scontento pur in presenza, nel Consiglio, di una nutritissima pattuglia di consiglieri riconducili ai disciolti comuni. Ma tutto ciò non deve far dimenticare che ottanta anni fa si verificò un evento da celebrare e che l’Anassilaos ha ricordato presso la propria sede con una conversazione del Dott. Francesco Arillotta. La celebrazione storica non è però di per sé bastante a cogliere il significato complessivo di quella iniziativa se non se ne evidenziano gli aspetti per così dire “attuali” e di grande portata per Reggio. Le attuali prospettive di sviluppo e di crescita della città e le strategie ad esse connesse, delineate in Reghion 2010, le decisioni conseguenti che il nuovo Governo della Città , confermato nelle sue scelte con voto plebiscitario, dovrà assumere senza quei lacciuoli politico-amministrativi che ci saremmo trovati dinanzi, ove fossero ancora in piedi i 14, poi dieci, comuni all’epoca disciolti con i loro particolarismi e le loro beghe interne ed esterne, rendono quella iniziativa benemerita e degna di ricordo e in certo qual modo anticipatrice di istanze che si sarebbero poste alcuni decenni dopo. Paolo Morabito Vice Presidente Associazione Anassilaos |
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