LORENZO MANENTI
1978
Ho frequentato il liceo artistico a Bergamo con i docenti Gianfranco Bonetti e Giulio Albrigoni, e l’accademia di belle arti (indirizzo pittura) a Milano. La storia dell’arte è sempre stata il punto di partenza del mio lavoro. Nel 2001 la notizia dei Buddha fatti esplodere in Afghanistan mi indigna. Nel settembre 2001 le immagini dell’attentato a New York mi fanno temere che la mia generazione sarebbe stata la prima ad essere richiamata alle armi. Nel 2003 i video del saccheggio dell’Iraqi National Museum di Baghdad mi colpiscono amaramente. Decido di volerne sapere di più e parallelamente alle ricerche in internet e alla lettura di libri e riviste effettuo viaggi che mi portano in diversi musei europei (Berlino, Parigi, Istanbul, Vienna, Vaticano) e mediorientali (Damasco, Aleppo, Amman, Teheran) dove posso entrare in contatto con le straordinarie civiltà nate nella terra tra i due fiumi o da li transitate. Comunque sia fino ad ora ho sempre vissuto e viaggiato all’interno o in prossimità dei confini di quello che è stato l’impero romano.
Sono parte di Figurazione Indipendente e del movimento Le Meduse.
Principali esposizioni
2010:
-Le Meduse, collettiva, a cura di V. Agosti, Spazio Nono 1, Fabbrica del Vapore, Milano.
-Acquisizioni 2010, collettiva, a cura di C. Rizzi, Civico Museo Parisi Valle, Maccagno, (VA).
2009:
-Mesopotamia perduta, suggestioni pittoriche, personale, presentazione a cura di S. Casini e L.P. Nicoletti, Civico Museo Archeologico, Bergamo.
-Perduto Iraq, personale, Spazio Arte, Fara Gera D’Adda (BG).
-Perduto Iraq (saccheggio in mesopotamia), personale, a cura di L.P. Nicoletti, spazio Officina dell’Arte, Rho (MI).
2008:
-Guerre et ‘Paix’ à Bagdad, bipersonale, a cura di N. Rostkowski, Galerie Orenda Art International, Parigi.
-Lost Iraq, personale, a cura di A. Pasquali, spazio d’arte Piscina Comunale, Milano.
2007:
-In-urban, collettiva, a cura di G. Agostini e L. Manenti, spazio ex-Montecatini, Romano di Lombardia (BG).
-Irakena, personale, a cura di L.P. Nicoletti, Fondazione Gianni e Roberto Radice, Milano.
-Premio Morlotti, a cura di G. Seveso e D. Montalto, Fondazione Granata – Braghieri, Imbersago (LC).
-50 artisti per Alda Merini, collettiva, a cura di G. Cerri, Libreria Archivi del ‘900, Milano.
2006:
-Ri-esistenze, collettiva, a cura di G. Cerri, Galleria d’Arte ‘Cascina Roma’, S.Donato Milanese (MI).
-XXIII Rassegna Nazionale di Disegno G. Segantini, Libera Accademia di Pittura ‘V. Viviani’, Nova Milanese, (MI).
2005:
-Frammenti (italienische bildende kunst), collettiva, Rote fabrik, Zurigo.
2003:
-Nuove proposte 1, collettiva, a cura di G. Cerri, Renzo Cortina Associazione Culturale, Milano.
2002:
-Premio Carlo Dalla Zorza, a cura di E. Pontiggia, Galleria Ponte Rosso, Milano.
2000:
-Arte figurativa italiana, collettiva, Dynamogalerie, Zurigo.
1997:
-Salon I, collettiva, Galleria Arte Borgogna, Milano.
www.premioceleste.it/manenti-lorenzo
www.youtube.com/user/lorman78
Per contatti:
via N.Machiavelli 12, Ghisalba (Bg)
tel. 0363900058, cell 3386020541
manenti.lorenzo@tiscali.it
Con gli occhi di un contemporaneo
testo di Carmelo Violi.
Riguardo alla tanto discussa “crisi della pittura” possiamo solo dire che l’argomento non è cosa recente. E’ ormai da più di un secolo che se ne parla, ciò nonostante ancora oggi la maggior parte dei giovani artisti contemporanei si serve di essa come strumento espressivo. Oggi più che in altri tempi molti artisti avvertono il bisogno di tornare al mestiere di dipingere. La grande diffusione della pittura figurativa ne è una prova. Tuttavia sono convinto che tutti questi problemi sulla pertinenza nel nostro tempo della pittura, Lorenzo Manenti non se li ponga per nulla… Manenti è un giovane fuori dal tempo, come lo sono le opere antiche che ha scelto di rappresentare nei suoi dipinti.
Manenti ha sempre fatto scelte consapevoli circa la sua poetica. La sua pittura è contraddistinta da una singolare presa di posizione sulla storia dell’arte antica. Il pittore non è solo colui che assume il ruolo di copista/accademico, per alludere al significato neoclassico del termine, ma si tramuta in un contemplatore di tutto ciò che provenga dal repertorio dell’arte antica. Manenti traduce attraverso gigantografie pittoriche le suggestioni percettive provocate dall’osservazione e dallo studio di frammenti plastici o architettonici dell’antichità . Ma nella scelta delle inquadrature, nella peculiarità dei formati irregolari dei supporti su cui dipinge, si avverte la contemporaneità del suo lavoro; Manenti è un contemporaneo.
E’ un artista controcorrente, di difficile accettazione nel panorama dell’arte figurativa odierna, non perché i suoi lavori assumano caratteri trasgressivi, ma piuttosto perché la sua opera è volutamente anacronistica e fuori dal gusto trend dell’arte contemporanea. Giovane artista nato a Ghisalba in provincia di Bergamo, Manenti è un grande disegnatore, che non cade nella banalità di mostrare il suo virtuosismo tecnico, ma si serve di esso per ricercare spunti singolari. In questi ultimi anni sembra di capire che la pittura stia resistendo tenacemente nel panorama artistico. In quest’epoca dove tutto si può ottenere grazie alla tecnologia il “saper dipingere” è un privilegio di pochi.
Commento a me stesso (marzo 2004)
L’influenza che l’opera di Sironi esercita sul mio lavoro personale è abbastanza evidente. Come giudicare questo aspettoà Io considero l’interesse per questo artista un’arma a doppio taglio, è un rapporto di amore-odio. Da una parte mi ha dato gli stimoli per cominciare ad affrontare una mia ricerca personale portandomi oltre gli schemi accademici della pittura e del disegno come puro esercizio di “copia dal vero” ma dall’altro canto il rischio è quello di finire con l’assimilarne l’estetica a tal punto da essere etichettato come un epigono nel senso dispregiativo del termine. Problema serio questo perché diventare epigoni di un maestro significa entrare in un vortice, una spirale che ti inghiotte e ti cattura togliendoti la possibilità di crearti un’identità espressiva. Una volta dentro è difficile uscire, come nelle sabbie mobili.
I miei modelli di riferimento non si limitano a questo artista ma sono molteplici e appartenenti a contesti e secoli diversi: la scultura egizia, l’arte della mesopotamia, e quelle etrusca, romana, medievale, gli artisti del Rinascimento, in particolare Michelangelo, ma anche il segno grafico dei disegni di Pontormo e Tintoretto, i contadini di Millet, e tanto altro ancora, elencarli tutti richiederebbe molto tempo…
Penso sia chiaro che nella mia ricerca pittorica gli esempi dell’arte del passato rivestano un ruolo importante.
Per noi oggi diventa effettivamente difficile guardare indietro. Certo, sono perfettamente cosciente del fatto che non si può vivere con la testa girata verso il passato, eppure l’attrazione verso tutto ciò che è stato creato nei secoli addietro è forte, violenta. Come si può non restarne affascinatiàà Ma è proprio questo il problema: è possibile oggi fare un’arte nuova, contemporanea senza eludere il passatoà Sironi meno di un secolo fa si è posto questa domanda e la sua risposta è stata “si”, e lo ha dimostrato ampiamente non solo con le parole ma soprattutto con i fatti ovvero centinaia di metri quadrati di pittura murale, termine a cui Sironi attribuiva un significato ampio, intendendo con esso non solo l’affresco ma anche il mosaico, la vetrata, nonché la scultura dispiegata sulle pareti, il bassorilievo. La sua ricerca di uno stretto legame non solo tra pittura, scultura e architettura ma anche tra passato e presente è la motivazione principale del mio interesse per questo artista. (segue)